“Abbasalìa, storie dal vento e dal mare”

Venerdì 18 agosto ore 19:45 – Piazza XX Settembre

  • Maurizio Puxeddu – pianoforte e strumenti etnici
  • Patrizio Gasperini – sitar
  • Fabio Chiari – tabla e percussioni
  • Silvia Layla – danza

Nel progetto Abbasalìa – Storie dal vento e dal mare, a firma del musicista e compositore Maurizio Puxeddu, con la collaborazione musicale di Patrizio Gasperini (sitar), Fabio Chiari (tabla e percussioni) e della danzatrice e coreografa Silvia Layla, la musica e la danza diventano espressioni artistiche, che si rafforzano ed interagiscono fra di loro, capaci di adattamento ai luoghi dove si rappresenterà l’iniziativa, nel raccontare storie locali, racconti che provengono dal Mediterraneo, ma anche da luoghi più distanti come l’India. É il vento che ci suggerisce magiche e suadenti storie, è il mare che concretizza la realtà di separazioni fra popoli ma anche la loro possibile unione. Un mare simbolico che separa e unisce, permettendo migrazioni di popoli e culture, contaminazioni, influenze e commistioni di sentimenti, espressi in lingue differenti e in diversi modi di essere.

Nella suggestiva copertina del progetto è presente infatti un mare immaginario, derivante da una fotografia al contrario di un tramonto con i colori invertiti, così che sembri proprio il mare, in lontananza tempestoso, in vicinanza forse infido. Anche la musica e la danza, corpo e anima di questo lavoro, partecipano all’idea che la realtà possa essere osservata e fruita in tanti modi, che il senso dell’accoglienza possa risolvere invece che allontanare e distruggere.

La musica e la danza di Abbasalìa – Storie dal vento e dal mare uniscono e separano simbolicamente isole e continenti, le terre con le terre proprio come il mare e il vento, permettendo la connessione dei popoli ma anche la loro separazione. Sono anche acqua salata e vento pericolosi, per mezzo dei quali potresti ritrovarti perso in alto mare, tuo malgrado, anelando la salvezza. Una musica e una danza che fanno osservare l’orizzonte lontano ad immaginare altrui storie.
 
La danza di Silvia Layla è mossa dai venti, soffi leggeri alti in cielo e profonde correnti negli abissi del mare. Percorre luoghi immaginari e attraversa se stessa ritrovandosi e perdendosi in un abbraccio intenso con la musica. Il suo stile è una fusione tra la danza orientale, contemporanea, gipsy/flamenco e danza dei giri Sufi.

E’ difficile inquadrare Maurizio Puxeddu come musicista e compositore, è tante cose, considera la musica attinente e connessa a tante aree e la esplora in quei luoghi, approfondendo e ricercando alternative di approcci sonori. Un esempio su tutti è la sua ricerca sulle launeddas, lo strumento tradizionale più famoso della sua terra natale, la Sardegna, che ha approdato ad una serie di conferenze divulgative su nuove tecniche e possibilità delle launeddas, con il contributo della Regione Sardegna e del Comune di Cagliari, sino a sfociare nella pubblicazione “THE NEW LAUNEDDAS – Nuovi suoni per launeddas” comprensivo di un CD audio dimostrativo.

Ecco, questo lavoro Maurizio lo mette in pratica con ogni strumento che suona, o suonandolo in modo diverso, o insistendo su timbriche inesplorate, cercando nuovi schemi liberi; in un altro esempio, con la chitarra sarda, sa ghitarra, un tipo di chitarra con la cassa armonica grande, corde metalliche, accordate una quarta o una quinta verso il basso per accompagnare il canto maschile, dove ne ha cambiato l’accordatura, facendola diventare aperta (open chords) e creando repertori vasti e dal sapore mediterraneo ed orientale, come in SOLILUNA – Faraway Inner Vibes ed in SHARDAN – Il popolo del mare con l’inserimento di strumenti etnici del Mediterraneo.

In un ultimo esempio, in ABBASALIA – Storie dal vento e dal mare utilizza il pianoforte, che ha studiato insieme al flauto traverso in Conservatorio, con vari effetti elettronici, come un delay, col quale fa dialogare le linee ritmiche e melodiche improvvisate, sino a rovesciare completamente un brano musicale, al contrario, che il pianoforte da cui è partito, all’ascolto sembra un organetto, un bandoneon, una fisarmonica.